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Le reazioni allergiche sono sempre più diffuse tra i bambini ma è possibile identificarle subito per mettere in atto le giuste terapie
di Serena Sabella
19.02.2015
Grazie alle informazioni fornite da Allergy Verona cerchiamo di capire di più riguardo alle allergie alimentari nei bambini. L'incidenza cambia in base alle fasce d'età: nei bambini è del 4-6%, dell'1-2% nell'adolescenza e meno dell'1% negli adulti. Ma in parole povere cos'è un'allergia alimentare? Si tratta di una risposta esagerata e apparentemente incontrollabile da parte dell'organismo verso un alimento o un'altra sostanza che nella normalità è inoffensiva ma che, a un soggetto allergico, causa disturbi di vario genere ed entità e interessa diverse aree dell'organismo. La rezione allergica è quindi una risposta di difesa dell'organismo nei confronti di particolari alimenti e il bambino si sensibilizza. Gli alimenti allergizzanti e quindi incriminati, sono latte, uova, formaggio, pesce, alcuni tipi di frutta e verdura e il cacao.Vediamo quali sono i disturbi che possono essere il campanello d'alarme di un'allergia alimentare...
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Quando si arriva alla fase della sensibilizzazione, l’organismo del bambino comincia a produrre anticorpi IgE che favoriscono la liberazione dell’istamina: questa è l’immediata risposta alla reazione allergica. Le conseguenze possono essere di diverso tipo e gravità: la più semplice è l’orticaria che provoca pelle secca con chiazze rosse e prurito, la più grave è lo shock anafilattico che, se non contrastato in tempo con del cortisone, può anche portare alla morte. Tra l’orticaria e lo shock anafilattico esistono tanti altri disturbi che devono essere considerati dei campanelli d’allarme. Problemi alle vie respiratorie come asma, raffreddore o anche semplici starnuti e congestione nasale, disturbi agli occhi come la congiuntivite, fastidi a livello dell’apparato gastro intestinale come vomito, diarrea e mal di pancia o, progressivamente, anche tutti insieme.Quando si verifica uno o più di questi disturbi con una certa frequenza, allora è il caso di sentire il pediatra e cominciare a indagare.
Per scoprire se il bambino è veramente allergico a un alimento il pediatra comincerà dallo studio dell’anamnesi e raccogliendo informazioni sulla familiarità e sulle reazioni avute (per questo sarebbe importante avere un diario alimentare soprattutto quando si comincia lo svezzamento).Successivamente, dopo aver effettuato un esame obiettivo, dovrà prescrivere al bambino degli esami che confermeranno o escluderanno la presenza di allergie alimentari. Uno degli esami in questione potrebbe essere la prova cutanea (anche detta prick test), che consiste nell’apporre sulla pelle del braccio del bambino l’alimento o un estratto da esso derivato e pungere la pelle con una punta che ha precedentemente attraversato la sostanza da esaminare. In alternativa, nei casi in cui le irritazioni fossero d’ostacolo ai prick test, si ricorre alla ricerca nel sangue, con tecniche opportune come il RAST, di anticorpi IgE specifici per gli allergeni che si sospettano come causa dei sintomi allergici.
Al contrario delle allergie non alimentari o da contatto, per le quali esistono terapie farmacologiche, l’unico modo per curare un’allergia alimentare è escludere completamente l’alimento dalla dieta. Per l’allergia al latte, per esempio, si dovranno eliminare formaggi, yogurt, burro, gelati e far attenzione che il bambino non assuma neanche alimenti che contengano tracce di latte come caseina, prosciutto cotto o cioccolato. Per l’allergia all’uovo occorrerà eliminare paste, gelati e dolci. Importantissimo fare molta attenzione alle etichette di tutto quello che viene acquistato.Le statistiche e le evidenze scientifiche dicono che la maggior parte delle allergie alimentari si risolve spontaneamente nei primi tre/sei anni di vita del bambino.
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